Una sfida per la vita: i nuovi eroi

Una sfida per la vita

I nuovi eroi

La vita racchiude in sé grandi misteri, alcuni si svelano altri restano oscuri…

Siamo esseri dotati di infinite risorse basta sapersi ascoltare e trovare le persone giuste al momento opportuno, anime in grado di sostenere le fragilità altrui e coltivare talenti nascosti.

La parola fragilità racchiude in sé molteplici significati, richiama alla rottura di un oggetto, all’incapacità di fronteggiare talune situazioni, se ci lasciamo condizionare da quel che viene esplicato nel vocabolario, restiamo racchiusi in una bolla di negatività che lascia poco spazio alla reazione umana.

C’è chi invece della propria fragilità ha fatto virtù ponendosi come scudo difensivo nei confronti di chi ha poco rispetto dello status altrui, dei propri diritti e dell’essere persona fragile, fronteggiando con tenacia l’opinione pubblica, chi nel suo piccolo affronta sfide di vita e chi diviene esempio per altri praticando attività sportive.

È questo ciò che le Paralimpiadi mi trasmettono forza, resistenza, passione, dedizione. Una sezione recente della storia sportiva nate nel ’48 per iniziativa di un neurochirurgo polacco Ludwig Guttmann a cui parteciparono i veterani di guerra con paralisi vertebrale, divennero ufficiali  nel 1960 a Roma assumendo il nome di Paraolimpiadi.

Esse assumono un ruolo educativo alla resilienza umana, è richiesto all’individuo di prendere nuova forma a seguito di un trauma innato o subito nel percorso di vita. Resilienza alle ingiustizie della vita, agli scherzi del destino, alle mille porte chiuse in faccia e desiderio di riscatto … questo ci insegnano gli atleti eroi paraolimpici.

È doveroso dire che essi rappresentano, fortunatamente, un nuovo modello di eroe e di “perfezione” non fisica grecamente intesa, piuttosto eroi di vita portatori di un rivoluzionario messaggio di benessere, di salute corporea seppur con qualche menomazione, e mentale intesa come accettazione di sé.

Quando si vive un trauma si attraversa un periodo di grande negatività che può essere capovolto dal sostegno di persone a noi sentimentalmente connesse, la vera forza la scopriamo entrando in contatto con l’altro il quale ci sprona prontamente a dipingere nuovi orizzonti.

La vita racchiude in sé grandi misteri, alcuni si svelano altri restano oscuri…

Siamo esseri dotati di infinite risorse basta sapersi ascoltare e trovare le persone giuste al momento opportuno, anime in grado di sostenere le fragilità altrui e coltivare talenti nascosti.

La parola fragilità racchiude in sé molteplici significati, richiama alla rottura di un oggetto, all’incapacità di fronteggiare talune situazioni, se ci lasciamo condizionare da quel che viene esplicato nel vocabolario, restiamo racchiusi in una bolla di negatività che lascia poco spazio alla reazione umana.

C’è chi invece della propria fragilità ha fatto virtù ponendosi come scudo difensivo nei confronti di chi ha poco rispetto dello status altrui, dei propri diritti e dell’essere persona fragile, fronteggiando con tenacia l’opinione pubblica, chi nel suo piccolo affronta sfide di vita e chi diviene esempio per altri praticando attività sportive.

È questo ciò che le Paralimpiadi mi trasmettono forza, resistenza, passione, dedizione. Una sezione recente della storia sportiva nate nel ’48 per iniziativa di un neurochirurgo polacco Ludwig Guttmann a cui parteciparono i veterani di guerra con paralisi vertebrale, divennero ufficiali  nel 1960 a Roma assumendo il nome di Paraolimpiadi.

Esse assumono un ruolo educativo alla resilienza umana, è richiesto all’individuo di prendere nuova forma a seguito di un trauma innato o subito nel percorso di vita. Resilienza alle ingiustizie della vita, agli scherzi del destino, alle mille porte chiuse in faccia e desiderio di riscatto … questo ci insegnano gli atleti eroi paraolimpici.

È doveroso dire che essi rappresentano, fortunatamente, un nuovo modello di eroe e di “perfezione” non fisica grecamente intesa, piuttosto eroi di vita portatori di un rivoluzionario messaggio di benessere, di salute corporea seppur con qualche menomazione, e mentale intesa come accettazione di sé.

Quando si vive un trauma si attraversa un periodo di grande negatività che può essere capovolto dal sostegno di persone a noi sentimentalmente connesse, la vera forza la scopriamo entrando in contatto con l’altro il quale ci sprona prontamente a dipingere nuovi orizzonti.

Cristina Tonelli