Menti innovative verso orizzonti di speranza

Menti innovative verso orizzonti di speranza

Siamo una specie assai stravagante noi umani, dotati di innumerevoli capacità, raziocinio compreso e ottimo spirito di adattamento, effetti collaterali annessi. Abbiamo modificato il pianeta terra noncuranti della natura intorno a noi, distrutto paesaggi per costruire le nostre città, causando un surriscaldamento globale e inevitabile scioglimento dei ghiacciai.

Siamo stati in grado di rendere accessibile ai civili lo spazio ma non di concedere idee per conservare il mondo e noi stessi. Sembra assurdo, ma percepisco un grande egoismo diffuso intorno a noi, per il fragile, il pianeta, gli ecosistemi, la salute nostra e dei futuri uomini. La pandemia ha lasciato in noi una grande inquietudine, accompagnata da incertezza per il futuro, che percepiamo offuscato, confuso, disarmonico.

Abbiamo attraversato un periodo che ha posto tutti noi a dura prova, il famoso detto “nel futur non v’è certezza” l’ho fatto tutto mio oramai, così come pensare al qui ed ora… Sembra di vivere in un grande periodo di disorientamento diffuso, il medesimo sentito probabilmente dai nostri nonni agli albori post bellici, descritti dai libri di storia o dai racconti dei superstiti. Reperibilità difficoltosa delle risorse, rincaro dei prezzi, tensioni diffusa ai vertici politici. Stiamo perdendo i punti saldi che fino ad ora hanno reso sicuro il nostro cammino. Nessuno di noi sa come accettare, reagire, costruire nuovi ponti di speranza, ma dobbiamo necessariamente ricercare una nuova luce che ci guidi in questo periodo buio.

Quale possibile soluzione? 

Credo sia fermamente necessario guardare a questo mondo con il cuore colmo di speranza, ricercare e collaborare con chi sta proponendo soluzioni concrete per migliorare e migliorarci. La creazione di auto elettriche, il massiccio utilizzo di energia solare per le nostre abitazioni, lo spreco limitato di cibo che viene distribuito prontamente a fine giornata, app su cui vendere abiti poco usati per non cestinarli, il ritorno alla madre terra con prodotti a km zero e poco industrializzati, il riciclo di tanti materiali per farne oggetti di designer… insomma tante soluzioni poche frustrazioni.

Sono le idee che scaturiscono da menti illuminate e futuriste che mi incuriosiscono, quelle che donano un segno di speranza positiva a tutta l’umanità. Quelle che vedono più soluzioni che ostacoli, che pensano al bene comunitario più che individuale, quelle che combattono con armi bianche non per ferire ma per salvaguardare la nostra specie.

Siamo una specie assai stravagante noi umani, dotati di innumerevoli capacità, raziocinio compreso e ottimo spirito di adattamento, effetti collaterali annessi. Abbiamo modificato il pianeta terra noncuranti della natura intorno a noi, distrutto paesaggi per costruire le nostre città, causando un surriscaldamento globale e inevitabile scioglimento dei ghiacciai.

Siamo stati in grado di rendere accessibile ai civili lo spazio ma non di concedere idee per conservare il mondo e noi stessi. Sembra assurdo, ma percepisco un grande egoismo diffuso intorno a noi, per il fragile, il pianeta, gli ecosistemi, la salute nostra e dei futuri uomini. La pandemia ha lasciato in noi una grande inquietudine, accompagnata da incertezza per il futuro, che percepiamo offuscato, confuso, disarmonico.

Abbiamo attraversato un periodo che ha posto tutti noi a dura prova, il famoso detto “nel futur non v’è certezza” l’ho fatto tutto mio oramai, così come pensare al qui ed ora… Sembra di vivere in un grande periodo di disorientamento diffuso, il medesimo sentito probabilmente dai nostri nonni agli albori post bellici, descritti dai libri di storia o dai racconti dei superstiti. Reperibilità difficoltosa delle risorse, rincaro dei prezzi, tensioni diffusa ai vertici politici. Stiamo perdendo i punti saldi che fino ad ora hanno reso sicuro il nostro cammino. Nessuno di noi sa come accettare, reagire, costruire nuovi ponti di speranza, ma dobbiamo necessariamente ricercare una nuova luce che ci guidi in questo periodo buio.

Quale possibile soluzione? 

Credo sia fermamente necessario guardare a questo mondo con il cuore colmo di speranza, ricercare e collaborare con chi sta proponendo soluzioni concrete per migliorare e migliorarci. La creazione di auto elettriche, il massiccio utilizzo di energia solare per le nostre abitazioni, lo spreco limitato di cibo che viene distribuito prontamente a fine giornata, app su cui vendere abiti poco usati per non cestinarli, il ritorno alla madre terra con prodotti a km zero e poco industrializzati, il riciclo di tanti materiali per farne oggetti di designer… insomma tante soluzioni poche frustrazioni.

Sono le idee che scaturiscono da menti illuminate e futuriste che mi incuriosiscono, quelle che donano un segno di speranza positiva a tutta l’umanità. Quelle che vedono più soluzioni che ostacoli, che pensano al bene comunitario più che individuale, quelle che combattono con armi bianche non per ferire ma per salvaguardare la nostra specie.

È doveroso garantire sicurezza giuridica a coloro che si affidano ad organi competenti, se ciò viene negato saremo responsabili di una retrocessione medievale di pensiero.

Cristina Tonelli