La vera ricchezza è nell’incontro con l’altro

La vera ricchezza è nell'incontro con l'altro

"Vi esorto a cercare in ogni povero che incontrate ciò di cui ha veramente bisogno"

Photo by youssef naddam on Unsplash
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“La speranza dei poveri non sarà mai delusa” (Sal 9, 19) è il Salmo di apertura della riflessione scritta da papa Francesco in occasione della IIIa Giornata Mondiale dei Poveri.

Una lettera carica di pathos, ricca di esempi illuminanti e concreti sul tema della povertà, sul compito lasciato ai cristiani di accogliere e sostenere colui che vive in condizioni di disagio e sulle situazioni di grande disparità economica e sociale che gravano ancor oggi sulla nostra società.

La lettera, piena di parallelismi tra storia passata e presente, non perde mai di vista l’importanza del messaggio che Dio ha affidato ai suoi discepoli “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).

È proprio questa sfida così amorevole che muove le tante anime cristiane a svolgere attività di volontariato nelle più svariate realtà.

La nostra società, d’altro canto, tenta di isolare tutti coloro che per motivi di varia natura non rientrano nei parametri di perfezione che essa stessa riconosce e allontana chi non rispetta tali canoni non partecipando a questa gara invisibile tra uomini. Resta inoltre estremamente legata all’idea di bellezza e ricchezza materiale tipica dell’era moderna. Chi si allontana da questa visione assolutistica cerca di resistere e di trovare aree di serenità interiore laddove il fato ha giocato a carte coperte.

La fragilità, ci ricorda papa Francesco, oggi la ritroviamo nel volto di un anziano, di un migrante, di un senza tetto, di famiglie che lasciano le loro case alla ricerca di migliori prospettive di vita, di giovani sfruttati nei loro talenti per arricchire le tasche dei grandi imprenditori, ecc.

L’idea di povero stesso è cambiata, difatti non necessita solamente di beni materiali per alleviare le sue sofferenze, ma di luoghi e volti accoglienti disposti a donare del tempo autentico e sincero, ad ascoltare e confortare, a trasmettere il calore umano di cui tutti noi necessitiamo per rispondere all’imprevedibilità della vita.

L’amore donato gratuitamente nell’incontro con l’altro, senza pretese alcune, arricchisce il nostro essere, ci rende maggiormente consapevoli delle fragilità che ogni uomo, donna e bambino può incontrare nel tortuoso cammino della propria esistenza.

“La speranza dei poveri non sarà mai delusa” (Sal 9, 19) è il Salmo di apertura della riflessione scritta da papa Francesco in occasione della IIIa Giornata Mondiale dei Poveri.

Una lettera carica di pathos, ricca di esempi illuminanti e concreti sul tema della povertà, sul compito lasciato ai cristiani di accogliere e sostenere colui che vive in condizioni di disagio e sulle situazioni di grande disparità economica e sociale che gravano ancor oggi sulla nostra società.

La lettera, piena di parallelismi tra storia passata e presente, non perde mai di vista l’importanza del messaggio che Dio ha affidato ai suoi discepoli “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).

È proprio questa sfida così amorevole che muove le tante anime cristiane a svolgere attività di volontariato nelle più svariate realtà.

La nostra società, d’altro canto, tenta di isolare tutti coloro che per motivi di varia natura non rientrano nei parametri di perfezione che essa stessa riconosce e allontana chi non rispetta tali canoni non partecipando a questa gara invisibile tra uomini. Resta inoltre estremamente legata all’idea di bellezza e ricchezza materiale tipica dell’era moderna. Chi si allontana da questa visione assolutistica cerca di resistere e di trovare aree di serenità interiore laddove il fato ha giocato a carte coperte.

La fragilità, ci ricorda papa Francesco, oggi la ritroviamo nel volto di un anziano, di un migrante, di un senza tetto, di famiglie che lasciano le loro case alla ricerca di migliori prospettive di vita, di giovani sfruttati nei loro talenti per arricchire le tasche dei grandi imprenditori, ecc.

L’idea di povero stesso è cambiata, difatti non necessita solamente di beni materiali per alleviare le sue sofferenze, ma di luoghi e volti accoglienti disposti a donare del tempo autentico e sincero, ad ascoltare e confortare, a trasmettere il calore umano di cui tutti noi necessitiamo per rispondere all’imprevedibilità della vita.

L’amore donato gratuitamente nell’incontro con l’altro, senza pretese alcune, arricchisce il nostro essere, ci rende maggiormente consapevoli delle fragilità che ogni uomo, donna e bambino può incontrare nel tortuoso cammino della propria esistenza.

Cristina Tonelli