per la Diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola
Il Progetto Policoro è una iniziativa ecclesiale promossa allo scopo di accompagnare i giovani che vivono quotidianamente il grave problema della disoccupazione, nella ricerca attiva del lavoro e laddove possibile alla creazione d’impresa, attraverso percorsi formativi in grado di orientarli rispetto alla loro vocazione umana e professionale.
Nell’esperienza del Progetto Policoro la proposta di evangelizzazione nei confronti dei giovani disoccupati costituisce il punto di partenza dell’impegno, quello che caratterizza tutta la sollecitudine pastorale nei confronti di quanti vivono il dramma della mancanza di lavoro o la situazione di “cattivi lavori”. Si avvalora così la necessità di un radicale cambiamento di mentalità e di cultura che porti il giovane ad attivare le sue potenzialità in un’ottica di imprenditorialità personale.
Nella nostra Diocesi, di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola, ha deciso di attivare questo progetto a partire dal 1 gennaio 2013, dopo la scelta dell’animatrice di comunità Ilenia Maracci, con le attività previste nelle linee guida del Progetto Policoro. La figura dell’animatore di comunità è a ciclo continuo, e a tal fine è stato scelta il nuovo animatore di comunità che per il primo anno affiancherà Ilenia e che poi porterà avanti avanti il lavoro svolto in questi primi anni. La persona individuata per il triennio 2015/2017 è Beatrice Cerreti.
Il Progetto Policoro è promosso e coordinato dai seguenti Uffici Pastorali:
a) l’ Ufficio Diocesano per i Problemi Sociali e il Lavoro,
b) il Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile,
c) la Caritas Diocesana di Fano Fossombrone Cagli Pergola.
L’AdC, in piena sinergia con l’equipe formata dai direttori dei tre uffici, cura la promozione del Progetto Policoro nella Diocesi lavorando insieme con le associazioni presenti nelle consulte dei tre Uffici e sul territorio, preferibilmente con quelle che aderiscono alle filiere dell’evangelizzazione e della formazione.
Attualmente il Progetto Policoro può contare sulla fattiva collaborazione di associazioni laicali che ispirano il proprio agire sul prezioso patrimonio della Dottrina Sociale della Chiesa, quali:
a) Movimento lavoratori di Azione Cattolica (Mlac) e/o Azione Cattolica (AC);
b) Giovani delle Acli (GA) e/o Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (Acli);
c) Confcooperative-Inecoop;
d) Coldiretti;
e) Cisl;
f) Banche di Credito Cooperativo
CHI SONO E COSA FANNO GLI ANIMATORI DI COMUNITÀ (AdC)
La formazione e l’educazione nei confronti del lavoro stimola i giovani a farsi compagni di strada di coloro che sono in difficoltà. Gli animatori di comunità sono laici responsabili che in profonda sintonia con le tre pastorali e le filiere delle associazioni agiscono per un’adeguata promozione del Progetto nella diocesi. Appare opportuno verificare che i giovani abbiano una formazione valoriale di base e sensibilità umana e sociale per attivare reti sul tema del lavoro. Il Catechismo degli Adulti ci propone un’immagine che descrive i cristiani impegnati nel sociale e che ben si addice agli animatori di comunità: «La carità li muove ad agire secondo una logica di servizio, con la maggior competenza possibile, con attenzione costante alle persone, specialmente a quelle che non contano, agli ultimi. Li fa disponibili al dialogo e alla collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà. La speranza li rende tenaci nell’azione, pazienti nella sofferenza, modesti nel successo, aperti a ogni nuova possibilità di bene. Così ciascuno per la sua parte concorre, “con l’energia ricevuta da Dio” (1Pt 4,11), a edificare la città dell’uomo, come concorre a edificare la Chiesa» (La verità vi farà liberi, 1093).
Nell’arco temporale di tre anni, gli animatori svolgono i seguenti compiti:
– collaborare attivamente con le tre pastorali, di cui una svolge la funzione di tutor, al fine di rispettare la natura ecclesiale del Progetto e garantire il coinvolgimento sinergico delle pastorali;
– curare reti per lavorare insieme con le associazioni presenti sul territorio e che aderiscono alle filiere dell’evangelizzazione e della formazione;
– partecipare assieme agli altri animatori agli incontri formativi nazionali e regionali per crescere insieme nella consapevolezza ecclesiale e per offrire un servizio competente;
– acquisire informazioni utili per organizzarle e metterle a disposizione dei giovani e far crescere una maggiore consapevolezza circa le opportunità legislative (comunitarie, nazionali e regionali) relative alla possibilità di accesso nel mondo del lavoro;
– contrastare il “mito” del lavoro dipendente e del posto fisso e operare negli spazi dell’esclusione sociale e della disabilità per costruire nuova cittadinanza verso i soggetti deboli;
– assicurare un raccordo tra i giovani e i diversi soggetti, pubblici e del mondo associativo organizzato, in particolare di quelli coinvolti nel Progetto e orientare verso la realizzazione di gesti concreti (idea imprenditoriale e rapporti di reciprocità);
– scoprire e valorizzare le potenzialità dei giovani e delle risorse del territorio;
– coinvolgere negli scambi di reciprocità e solidarietà i gesti concreti già sviluppati sul territorio;
– garantire il servizio di animazione territoriale presso scuole, parrocchie e gruppi ecclesiali della diocesi, relativamente alle tematiche occupazionali;
– relazionare mensilmente e puntualmente sulle attività svolte in un’ottica educativa: per rendere conto del proprio operato (livello personale – trasparenza e legalità), per condividere ciò che si realizza e sviluppare nuove partecipazioni al Progetto (livello diocesano – collaborazione e condivisione), e per facilitare l’acquisizione complessiva del lavoro svolto sul territorio (livello nazionale – solidarietà e reciprocità);
– continuare il lavoro svolto dall’animatore precedente e accompagnare l’animatore di comunità successivo in un graduale inserimento nelle attività della diocesi trasmettendogli il bagaglio relazionale ed esperienziale acquisito, a tal fine appare più utile partire con un impegno di 12 ore nel primo anno e di 24 ore nel secondo e nel terzo, ciò permette di valorizzare adeguatamente l’esperienza acquisita dall’animatore nella fase centrale e finale del suo percorso di formazione.
Per ulteriori informazioni sul Progetto Policoro si può visitare il sito ufficiale: www.progettopolicoro.it o contattando Ilenia e/o Beatrice a diocesi.fano@progettopolicoro.it
Progetto Policoro: scadenza domande 14 settembre 2016
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Presentazione Progetto Policoro