Genitori 4.0: istruzioni per l'uso


Oggi ci scontriamo con una società emblematica per una miriade di aspetti, se viaggia alla velocità della luce in campo scientifico, tecnologico, medico ecc… si arresta per non dire regredisce, in termini di umanità e uguaglianza di diritti.
Spesso adottiamo usi e costumi di una società che poco sa di noi, che avanza inesorabilmente e senza sosta pur sorvolando aspetti umanitari.
La genitorialità contemporanea ha dimenticato, a mio parere, i suoi doveri educativi primari.
Il primo luogo in cui il bambino impara il rispetto delle regole, la condivisione e assapora la bellezza delle parole gentili verso sé stesso e l’altro è la famiglia.
Oggigiorno i social e la televisione hanno sostituito in ampia misura i tempi che da bambini noi ragazzi adulteggianti trascorrevamo divorando libri, merende fatte in casa, cartoni animati che ci rendevano principi e principesse per qualche ora… tutte situazioni che spesso condividevamo con i nostri genitori.
Genitori sfuggenti, schivi, deleganti dai figli che dovrebbero ascoltare, sostenere, confortare durante la loro crescita personale sempre presi dal lavoro, dalle loro passioni, dai loro piaceri che restano confinati al loro essere persona e non riferimento di vita.
Lasciarsi del tempo personale non lo trovo fuorviante, ma doveroso per l’individuo, negare il tempo esente da doveri lavorativi ai figli e sostituirlo con attività che non li coinvolgono sì.
I ruoli hanno subito una rimescolanza, padre e madre sembrano rivivere un’adolescenza tardiva, poiché si rapportano con i figli in maniera amichevole, utilizzano la tecnologia come canale comunicativo primario, mettono in mostra pubblicamente estratti di vita privata e intima dell’intero nucleo familiare.
La relazione fatta di scambi di sguardi, parole, abbracci e scontri reali viene a mancare, rendendo di conseguenza i ragazzi incapaci di confrontarsi con la realtà che ruota attorno a loro, realtà fatta di individui veri e non virtuali.
Il progresso si sa porta con sé due facce della stessa medaglia, seppur mantenendo le sue criticità la famiglia del secolo moderno mi lascia ben sperare.
Mi sorprende difatti vedere quanta cura e attenzione i genitori dedicano alla scelta dei percorsi scolastici ed extra scolastici, attività sportive e ricreative.
Tutte queste molteplici possibilità di incontri permettono ai fanciulli di scegliere quale passione continuare ad approfondire e quale abbandonare; donano ai ragazzi la libertà di tracciare i loro percorsi di vita inseguendo i loro sogni.
Cristina Tonelli
Oggi ci scontriamo con una società emblematica per una miriade di aspetti, se viaggia alla velocità della luce in campo scientifico, tecnologico, medico ecc… si arresta per non dire regredisce, in termini di umanità e uguaglianza di diritti.
Spesso adottiamo usi e costumi di una società che poco sa di noi, che avanza inesorabilmente e senza sosta pur sorvolando aspetti umanitari.
La genitorialità contemporanea ha dimenticato, a mio parere, i suoi doveri educativi primari.
Il primo luogo in cui il bambino impara il rispetto delle regole, la condivisione e assapora la bellezza delle parole gentili verso sé stesso e l’altro è la famiglia.
Oggigiorno i social e la televisione hanno sostituito in ampia misura i tempi che da bambini noi ragazzi adulteggianti trascorrevamo divorando libri, merende fatte in casa, cartoni animati che ci rendevano principi e principesse per qualche ora… tutte situazioni che spesso condividevamo con i nostri genitori.
Genitori sfuggenti, schivi, deleganti dai figli che dovrebbero ascoltare, sostenere, confortare durante la loro crescita personale sempre presi dal lavoro, dalle loro passioni, dai loro piaceri che restano confinati al loro essere persona e non riferimento di vita.
Lasciarsi del tempo personale non lo trovo fuorviante, ma doveroso per l’individuo, negare il tempo esente da doveri lavorativi ai figli e sostituirlo con attività che non li coinvolgono sì.
I ruoli hanno subito una rimescolanza, padre e madre sembrano rivivere un’adolescenza tardiva, poiché si rapportano con i figli in maniera amichevole, utilizzano la tecnologia come canale comunicativo primario, mettono in mostra pubblicamente estratti di vita privata e intima dell’intero nucleo familiare.
La relazione fatta di scambi di sguardi, parole, abbracci e scontri reali viene a mancare, rendendo di conseguenza i ragazzi incapaci di confrontarsi con la realtà che ruota attorno a loro, realtà fatta di individui veri e non virtuali.
Il progresso si sa porta con sé due facce della stessa medaglia, seppur mantenendo le sue criticità la famiglia del secolo moderno mi lascia ben sperare.
Mi sorprende difatti vedere quanta cura e attenzione i genitori dedicano alla scelta dei percorsi scolastici ed extra scolastici, attività sportive e ricreative.
Tutte queste molteplici possibilità di incontri permettono ai fanciulli di scegliere quale passione continuare ad approfondire e quale abbandonare; donano ai ragazzi la libertà di tracciare i loro percorsi di vita inseguendo i loro sogni.
Cristina Tonelli