Gaslighting: la mente manipolatoria.

Gaslighting: la mente manipolatoria.

Arrendendomi alla ricerca di notizie strane e curiose, mi sono imbattuta in alcuni articoli davvero interessanti e al contempo inquietanti. A farla da padrone è però il desiderio di raccontare fatti che esplorano le stranezze della mente umana.

Il Gaslighting è una recente coniatura terminologica che descrive un atteggiamento manipolatorio messo solitamente in atto da un partner e rivolto all’altro componente della coppia. L’obiettivo del gaslighter, fautore di tali atteggiamenti, è quello di incrementare le insicurezze della vittima utilizzando termini offensivi e denigratori. È di fatto una forma di violenza verbale che agisce sulla salute mentale della persona.

Per meglio addentrarci in tale tematica dobbiamo fare una piccola digressione, il termine “Gaslighting” trova le sue radici in un film degli anni ’40 intitolato “Gas-light” (traduzione in italiano “Angoscia”), dove una giovane sposa viene indotta dal marito a credere di compiere azioni fantasma, cioè non messe in atto realmente, inducendola a dubitare delle proprie facoltà mentali e accrescendo le sue insicurezze.

L’obiettivo del gaslighter è proprio questo: condurre la vittima a non credere alla propria percezione di realtà, indebolendola a tal punto da farla convogliare in uno stato depressivo di non ritorno.

Le informazioni su tale fenomeno sono di recente diffusione, rimango attratta da tali argomenti in primis come donna, in secondo luogo come persona che sceglie con accuratezza le parole del suo dialogare.

La nostra società così avanguardista in molteplici ambiti si ritrova miseramente arretrata sul piano umano e morale a conferma di ciò Anna Pavello su CriminalMente riporta che il Gaslighting “Sul piano giuridico non è riconosciuto come reato. Ma le condotte manipolatorie possono rientrare negli articoli del codice penale che afferiscono alla violazione degli obblighi di assistenza familiare (art. 570 c.p.) e ai maltrattamenti in famiglia (e art. 572 c.p.).”   

Ad oggi una tale assenza normativa provoca una mancata tutela giuridica; chi subisce le condotte manipolatorie del gaslighter rischia di inabissarsi in stati d’animo di grave depressione sgretolando la propria immagine di sé, in caso di mancata denuncia o richiesta di aiuto.

Quanto sopra trattato sembra fantascientifico, eppure descrive situazioni reali, attuali e insidiose. Disprezzare il proprio partner per ciò che pensa, afferma, compie è un atto condannabile in maniera equiparabile ad una violenza fisica, ancor più condannabile è manipolare la mente, celandosi dietro l’innamoramento. Tutto ciò non è amore, ma desiderio di possesso e sottomissione devota dell’altro, è un gioco di ruoli senza equilibrio tra gli attori coinvolti. 

L’amore è sostegno, confronto equilibrato, è far convivere essenze differenti ma complementari. Se questi elementi vengono a mancare si possono incontrare ostacoli pericolosi trasformando la relazione amorosa in relazione dannosa.

A tutti coloro che subiscono nell’ombra tali soprusi, dedico queste parole: trovate la tenacia necessaria per abbandonare coloro che non riconoscono i vostri molteplici talenti, le sfumature cromatiche della vostra personalità, desiderando solo il controllo delle vostre menti. Ritrovate il coraggio il coraggio di brillare come il più prezioso dei diamanti.

Cristina Tonelli

22 Settembre  2020  

 

Arrendendomi alla ricerca di notizie strane e curiose, mi sono imbattuta in alcuni articoli davvero interessanti e al contempo inquietanti. A farla da padrone è però il desiderio di raccontare fatti che esplorano le stranezze della mente umana.

Il Gaslighting è una recente coniatura terminologica che descrive un atteggiamento manipolatorio messo solitamente in atto da un partner e rivolto all’altro componente della coppia. L’obiettivo del gaslighter, fautore di tali atteggiamenti, è quello di incrementare le insicurezze della vittima utilizzando termini offensivi e denigratori. È di fatto una forma di violenza verbale che agisce sulla salute mentale della persona.

Per meglio addentrarci in tale tematica dobbiamo fare una piccola digressione, il termine “Gaslighting” trova le sue radici in un film degli anni ’40 intitolato “Gas-light” (traduzione in italiano “Angoscia”), dove una giovane sposa viene indotta dal marito a credere di compiere azioni fantasma, cioè non messe in atto realmente, inducendola a dubitare delle proprie facoltà mentali e accrescendo le sue insicurezze.

L’obiettivo del gaslighter è proprio questo: condurre la vittima a non credere alla propria percezione di realtà, indebolendola a tal punto da farla convogliare in uno stato depressivo di non ritorno.

Le informazioni su tale fenomeno sono di recente diffusione, rimango attratta da tali argomenti in primis come donna, in secondo luogo come persona che sceglie con accuratezza le parole del suo dialogare.

La nostra società così avanguardista in molteplici ambiti si ritrova miseramente arretrata sul piano umano e morale a conferma di ciò Anna Pavello su CriminalMente riporta che il Gaslighting “Sul piano giuridico non è riconosciuto come reato. Ma le condotte manipolatorie possono rientrare negli articoli del codice penale che afferiscono alla violazione degli obblighi di assistenza familiare (art. 570 c.p.) e ai maltrattamenti in famiglia (e art. 572 c.p.).”   

Ad oggi una tale assenza normativa provoca una mancata tutela giuridica; chi subisce le condotte manipolatorie del gaslighter rischia di inabissarsi in stati d’animo di grave depressione sgretolando la propria immagine di sé, in caso di mancata denuncia o richiesta di aiuto.

Quanto sopra trattato sembra fantascientifico, eppure descrive situazioni reali, attuali e insidiose. Disprezzare il proprio partner per ciò che pensa, afferma, compie è un atto condannabile in maniera equiparabile ad una violenza fisica, ancor più condannabile è manipolare la mente, celandosi dietro l’innamoramento. Tutto ciò non è amore, ma desiderio di possesso e sottomissione devota dell’altro, è un gioco di ruoli senza equilibrio tra gli attori coinvolti. 

L’amore è sostegno, confronto equilibrato, è far convivere essenze differenti ma complementari. Se questi elementi vengono a mancare si possono incontrare ostacoli pericolosi trasformando la relazione amorosa in relazione dannosa.

A tutti coloro che subiscono nell’ombra tali soprusi, dedico queste parole: trovate la tenacia necessaria per abbandonare coloro che non riconoscono i vostri molteplici talenti, le sfumature cromatiche della vostra personalità, desiderando solo il controllo delle vostre menti. Ritrovate il coraggio il coraggio di brillare come il più prezioso dei diamanti.

Cristina Tonelli

22 Settembre  2020  

 

Cristina Tonelli