I MURI DELLA MENTE

I muri della mente

Photo by Ham Kris on Unsplash

Pur iniziando un nuovo anno, pare però che l’umanità non si evolva ma stia regredendo in termini di povertà di cuore, di miseria d’animo e di scarso senso di solidarietà.

Non tutto è perduto, non tutto il mondo è oscurato da azioni ed eventi disgraziati e appesantito dall’agire del genere umano, ma a volte ci sono condotte anche di persone di potere che portano tutt’altro che migliorie.

Ad esempio, i muri.

Per un muro di cui si è appena festeggiato il trentennale del suo abbattimento a Berlino, al contrario si sta assistendo ormai da anni e sotto varie amministrazioni, alla costruzione di muri imponenti tra Messico e Stati Uniti: muri creati da quest’ultima nazione, per evitare che i sudamericani cerchino di arrivare in America a tentar fortuna e migliorare le loro vite.

Trump, da ultimo in ordine temporale, sta fortemente sostenendo questa strategia, per lui vincente e risolutiva.

I muri nascono già con un intento divisorio e di rivendicazione personale di territori rispetto ad altri spazi, annullando la libertà primordiale di cui godeva l’uomo e marcando il concetto di proprietà privata.

Aldilà di congetture politiche, idee di governi predominanti ed emergenze sociali e umanitarie, i muri non hanno condotto mai a nulla di umanamente elevato, al contrario hanno separato intere famiglie e fatto soffrire coloro partiti per tentare di migliorare la propria condizione economica e quella dei propri cari rimasti in un’attesa sospirante di una riunificazione finale.

Ho la sensazione terribile che i muri siano prima mentalmente bramati e poi concretizzati, poiché alla base c’è la paura.

Paura del diverso, paura che qualcuno a me sconosciuto possa avere il potere di invadere la mia terra, i miei spazi, di innestarsi con la mia gente.

Pensieri alquanto retrogradi, ottusi, medievali.

Occorre coscientemente applicare regolamentazioni e ordine ma con umanità e indulgenza, rammentando l’uguaglianza di ogni uomo di fronte ai propri diritti di personalità e la fortuna di nascere nella giusta parte di mondo, la quale è appunto un semplice destino personale e non un merito individuale.

Spazio quindi alla cultura che s’impone sull’ignoranza, all’agire in piena coscienza-a maggior ragione chi gestisce poteri forti-e ad una mentalità meno scostante e più comprensiva.

Cristina Tonelli.

Pur iniziando un nuovo anno, pare però che l’umanità non si evolva ma stia regredendo in termini di povertà di cuore, di miseria d’animo e di scarso senso di solidarietà.

Non tutto è perduto, non tutto il mondo è oscurato da azioni ed eventi disgraziati e appesantito dall’agire del genere umano, ma a volte ci sono condotte anche di persone di potere che portano tutt’altro che migliorie.

Ad esempio, i muri.

Per un muro di cui si è appena festeggiato il trentennale del suo abbattimento a Berlino, al contrario si sta assistendo ormai da anni e sotto varie amministrazioni, alla costruzione di muri imponenti tra Messico e Stati Uniti: muri creati da quest’ultima nazione, per evitare che i sudamericani cerchino di arrivare in America a tentar fortuna e migliorare le loro vite.

Trump, da ultimo in ordine temporale, sta fortemente sostenendo questa strategia, per lui vincente e risolutiva.

I muri nascono già con un intento divisorio e di rivendicazione personale di territori rispetto ad altri spazi, annullando la libertà primordiale di cui godeva l’uomo e marcando il concetto di proprietà privata.

Aldilà di congetture politiche, idee di governi predominanti ed emergenze sociali e umanitarie, i muri non hanno condotto mai a nulla di umanamente elevato, al contrario hanno separato intere famiglie e fatto soffrire coloro partiti per tentare di migliorare la propria condizione economica e quella dei propri cari rimasti in un’attesa sospirante di una riunificazione finale.

Ho la sensazione terribile che i muri siano prima mentalmente bramati e poi concretizzati, poiché alla base c’è la paura.

Paura del diverso, paura che qualcuno a me sconosciuto possa avere il potere di invadere la mia terra, i miei spazi, di innestarsi con la mia gente.

Pensieri alquanto retrogradi, ottusi, medievali.

Occorre coscientemente applicare regolamentazioni e ordine ma con umanità e indulgenza, rammentando l’uguaglianza di ogni uomo di fronte ai propri diritti di personalità e la fortuna di nascere nella giusta parte di mondo, la quale è appunto un semplice destino personale e non un merito individuale.

Spazio quindi alla cultura che s’impone sull’ignoranza, all’agire in piena coscienza-a maggior ragione chi gestisce poteri forti-e ad una mentalità meno scostante e più comprensiva.

Cristina Tonelli.m

Pur iniziando un nuovo anno, pare però che l’umanità non si evolva ma stia regredendo in termini di povertà di cuore, di miseria d’animo e di scarso senso di solidarietà.

Non tutto è perduto, non tutto il mondo è oscurato da azioni ed eventi disgraziati e appesantito dall’agire del genere umano, ma a volte ci sono condotte anche di persone di potere che portano tutt’altro che migliorie.

Ad esempio, i muri.

Per un muro di cui si è appena festeggiato il trentennale del suo abbattimento a Berlino, al contrario si sta assistendo ormai da anni e sotto varie amministrazioni, alla costruzione di muri imponenti tra Messico e Stati Uniti: muri creati da quest’ultima nazione, per evitare che i sudamericani cerchino di arrivare in America a tentar fortuna e migliorare le loro vite.

Trump, da ultimo in ordine temporale, sta fortemente sostenendo questa strategia, per lui vincente e risolutiva.

I muri nascono già con un intento divisorio e di rivendicazione personale di territori rispetto ad altri spazi, annullando la libertà primordiale di cui godeva l’uomo e marcando il concetto di proprietà privata.

Aldilà di congetture politiche, idee di governi predominanti ed emergenze sociali e umanitarie, i muri non hanno condotto mai a nulla di umanamente elevato, al contrario hanno separato intere famiglie e fatto soffrire coloro partiti per tentare di migliorare la propria condizione economica e quella dei propri cari rimasti in un’attesa sospirante di una riunificazione finale.

Ho la sensazione terribile che i muri siano prima mentalmente bramati e poi concretizzati, poiché alla base c’è la paura.

Paura del diverso, paura che qualcuno a me sconosciuto possa avere il potere di invadere la mia terra, i miei spazi, di innestarsi con la mia gente.

Pensieri alquanto retrogradi, ottusi, medievali.

Occorre coscientemente applicare regolamentazioni e ordine ma con umanità e indulgenza, rammentando l’uguaglianza di ogni uomo di fronte ai propri diritti di personalità e la fortuna di nascere nella giusta parte di mondo, la quale è appunto un semplice destino personale e non un merito individuale.

Spazio quindi alla cultura che s’impone sull’ignoranza, all’agire in piena coscienza-a maggior ragione chi gestisce poteri forti-e ad una mentalità meno scostante e più comprensiva.

Cristina Tonelli.

Pur iniziando un nuovo anno, pare però che l’umanità non si evolva ma stia regredendo in termini di povertà di cuore, di miseria d’animo e di scarso senso di solidarietà.

Non tutto è perduto, non tutto il mondo è oscurato da azioni ed eventi disgraziati e appesantito dall’agire del genere umano, ma a volte ci sono condotte anche di persone di potere che portano tutt’altro che migliorie.

Ad esempio, i muri.

Per un muro di cui si è appena festeggiato il trentennale del suo abbattimento a Berlino, al contrario si sta assistendo ormai da anni e sotto varie amministrazioni, alla costruzione di muri imponenti tra Messico e Stati Uniti: muri creati da quest’ultima nazione, per evitare che i sudamericani cerchino di arrivare in America a tentar fortuna e migliorare le loro vite.

Trump, da ultimo in ordine temporale, sta fortemente sostenendo questa strategia, per lui vincente e risolutiva.

I muri nascono già con un intento divisorio e di rivendicazione personale di territori rispetto ad altri spazi, annullando la libertà primordiale di cui godeva l’uomo e marcando il concetto di proprietà privata.

Aldilà di congetture politiche, idee di governi predominanti ed emergenze sociali e umanitarie, i muri non hanno condotto mai a nulla di umanamente elevato, al contrario hanno separato intere famiglie e fatto soffrire coloro partiti per tentare di migliorare la propria condizione economica e quella dei propri cari rimasti in un’attesa sospirante di una riunificazione finale.

Ho la sensazione terribile che i muri siano prima mentalmente bramati e poi concretizzati, poiché alla base c’è la paura.

Paura del diverso, paura che qualcuno a me sconosciuto possa avere il potere di invadere la mia terra, i miei spazi, di innestarsi con la mia gente.

Pensieri alquanto retrogradi, ottusi, medievali.

Occorre coscientemente applicare regolamentazioni e ordine ma con umanità e indulgenza, rammentando l’uguaglianza di ogni uomo di fronte ai propri diritti di personalità e la fortuna di nascere nella giusta parte di mondo, la quale è appunto un semplice destino personale e non un merito individuale.

Spazio quindi alla cultura che s’impone sull’ignoranza, all’agire in piena coscienza-a maggior ragione chi gestisce poteri forti-e ad una mentalità meno scostante e più comprensiva.

Cristina Tonelli.

Cristina Tonelli