Dominare dall’alto della propria piccolezza

Dominare dall'alto della propria piccolezza

Come è possibile che su un’idea di presunta superiorità intellettuale e cognitiva si sia fatta la storia, si siano compiute guerre e violenze di ogni genere? Quale la discriminante?

Colonialismo, razzismo, femminicidi tutto in nome di supposta preminenza di pochi rispetto a una moltitudine in scacco poiché ignorante e sprovveduta.

Ad esempio, una parte della società maschile continua imperitura nell’atteggiamento di sfida e prepotenza a provocare e combattere il genere femminile, con il quale in realtà dovrebbe creare complementarietà senza implementare paura e lotta ed evitando suprematismo a priori.

Un film di qualche anno fa ci mostra tutto ciò, una storia vera, “Il diritto di contare” (2016), dove addirittura le donne mal considerate e discriminate erano di colore, quindi doppia battaglia da combattere, anche sul fronte razziale. Aldilà della trama, ciò che colpisce è che esse si sono fatte valere non tramite muscoli o minacce, ma attraverso intelligenza, cultura, perspicacia.

L’uomo, attraverso la forza fisica, sovrasta agevolmente la forma fisica femminile, solitamente inferiore di massa, come arma per convincere l’altra parte ad aderire ai suoi voleri.

La donna è spesso in inferiorità fisica ma ha una resistenza oltremisura, che talvolta le si rivolta contro quando tenta di salvare rapporti che vanno in realtà interrotti per mera sopravvivenza.

È incredibile che l’uomo, spesso ma non sempre a onor del vero, non rammenti che si nasce dalla donna, viene allevato ed educato da un gineceo familiare e sociale che fornisce fondamenta di vita. Tutti questi eventi a cui assistiamo o nei quali siamo coinvolti vorticosamente, sono contrassegnati da una ignoranza primitiva, volgare, la quale conduce chi ne è investito a poter pensare di primeggiare sui suoi simili, per orgoglio, potere, virilità, gelosia, abitudine di condotta.

Aldilà di eventi circostanziali o ere storiche, ancora una volta la cultura è la chiave di volta per un cambiamento reale. La rivoluzione nel modo di pensare, la gentilezza, una mente aperta e lo studio della storia, del mondo a cui apparteniamo.

La speranza c’è, poiché non tutte le anime sono brutali, ci sono anche anime gentili, educate, che non hanno difficoltà a convivere coi propri simili nel mondo, anime che servono come il sole serve ai fiori per rinascere a primavera.

Come è possibile che su un’idea di presunta superiorità intellettuale e cognitiva si sia fatta la storia, si siano compiute guerre e violenze di ogni genere? Quale la discriminante?

Colonialismo, razzismo, femminicidi tutto in nome di supposta preminenza di pochi rispetto a una moltitudine in scacco poiché ignorante e sprovveduta.

Ad esempio, una parte della società maschile continua imperitura nell’atteggiamento di sfida e prepotenza a provocare e combattere il genere femminile, con il quale in realtà dovrebbe creare complementarietà senza implementare paura e lotta ed evitando suprematismo a priori.

Un film di qualche anno fa ci mostra tutto ciò, una storia vera, “Il diritto di contare” (2016), dove addirittura le donne mal considerate e discriminate erano di colore, quindi doppia battaglia da combattere, anche sul fronte razziale. Aldilà della trama, ciò che colpisce è che esse si sono fatte valere non tramite muscoli o minacce, ma attraverso intelligenza, cultura, perspicacia.

L’uomo, attraverso la forza fisica, sovrasta agevolmente la forma fisica femminile, solitamente inferiore di massa, come arma per convincere l’altra parte ad aderire ai suoi voleri.

La donna è spesso in inferiorità fisica ma ha una resistenza oltremisura, che talvolta le si rivolta contro quando tenta di salvare rapporti che vanno in realtà interrotti per mera sopravvivenza.

È incredibile che l’uomo, spesso ma non sempre a onor del vero, non rammenti che si nasce dalla donna, viene allevato ed educato da un gineceo familiare e sociale che fornisce fondamenta di vita. Tutti questi eventi a cui assistiamo o nei quali siamo coinvolti vorticosamente, sono contrassegnati da una ignoranza primitiva, volgare, la quale conduce chi ne è investito a poter pensare di primeggiare sui suoi simili, per orgoglio, potere, virilità, gelosia, abitudine di condotta.

Aldilà di eventi circostanziali o ere storiche, ancora una volta la cultura è la chiave di volta per un cambiamento reale. La rivoluzione nel modo di pensare, la gentilezza, una mente aperta e lo studio della storia, del mondo a cui apparteniamo.

La speranza c’è, poiché non tutte le anime sono brutali, ci sono anche anime gentili, educate, che non hanno difficoltà a convivere coi propri simili nel mondo, anime che servono come il sole serve ai fiori per rinascere a primavera.

Cristina Tonelli