La Giornata Mondiale dei Poveri , indetta da Papa Francesco per il secondo anno, intende essere una piccola risposta che dalla Chiesa intera, sparsa per tutto il mondo, si rivolge ai poveri di ogni tipo e di ogni terra perché non pensino che il loro grido sia caduto nel vuoto. Probabilmente, è come una goccia d’acqua nel deserto della povertà; e tuttavia può essere un segno di condivisione per quanti sono nel bisogno, per sentire la presenza attiva di un fratello e di una sorella. Non è un atto di delega ciò di cui i poveri hanno bisogno, ma il coinvolgimento personale di quanti ascoltano il loro grido. La sollecitudine dei credenti non può limitarsi a una forma di assistenza –pur necessaria e provvidenziale in un primo momento–, ma richiede quella «attenzione d’amore» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 199) che onora l’altro in quanto persona e cerca il suo bene (dal testo del Messaggio del Santo Padre per la IIa Giornata mondiale dei poveri).
Come Caritas diocesana, in occasione di questa giornata, abbiamo sentito forte l’urgenza di interrogarci su come i poveri ci evangelizzano nella nostra vita quotidiana e nella nostra esperienza di servizio e abbiamo condiviso questa domanda con alcuni dei nostri volontari e ad alcune persone impegnate in attività e esperienze di servizio.
Come i poveri ci evangelizzano?
Con l’ascolto. Oggi non è più il momento di un aiuto esclusivamente materiale, ma è il mettersi in ascolto del povero, della sua sofferenza e del sentirsi abbandonati dalla società e dagli altri (Pietro).
I poveri nella mia esperienza quotidiana mi evangelizzano perché mi fanno comprendere che hanno Dio come unico sostegno. Grazie a loro riesco a comprendere l’aspetto della Provvidenza di Dio e quanto spesso io manco nell’affidarmi al Signore. (Michele M.)
Trovo nel povero lo specchio di quello che io sono davanti a Dio, nella mia povertà. Dio viene incontro a tutto e tutti. Trovo nello stare vicino ai poveri l’esperienza della misericordia. (sr Catherine).
Nella mia vita non c’era altra strada se non fare della condivisione diretta il mio stile di vita concreto. Non riesco a togliere la presenza di chi ha bisogno da quello che è il mio percorso di vita. Ci si salva insieme, da soli non si fa nulla. Difficile capire chi accoglie e chi è accolto, non c’è più questa divisione. Chi è povero? In certi momento lo sono io. (Stefano P.)
Alla luce di tanti interrogativi che ci interpellano, Caritas Diocesana, prova pertanto anche a suggerire delle proposte concrete per animarci alla Carità, tramite una lettera che è già stata inviata a tutti i nostri parroci e che potete trovare in copia anche in questa pagina: download proposte Giornata Mondiale dei Poveri 2018 di Caritas diocesana