Covid-19: casuale orditore di aria pulita

Il COVID-19, tanto sofferto e tutt’ora temuto, ci ha portato per la gran parte dolore, morte e vulnerabilità per un lasso di tempo piuttosto lungo e deteriorante. Osiamo però scoprire che forse tale accadimento esiziale ci ha portato qualcosa di indirettamente positivo.
Durante la totale chiusura pandemica sociale e lavorativa, l’arresto forzato di traffico e aziende ha permesso al pianeta di prendere respiro, di far riscoprire aspetti fisici ormai perduti: colori sbiaditi e odori pungenti hanno ceduto il passo ad aria fresca e tinte splendenti e originali.
Ciò è sorprendente ai nostri occhi e ancor più lo è il fatto che la vista si meravigli della natura originale e primordiale, della normalità di paesaggi bonificati: tale evento di per sé è straordinario.
Ad un primo ragguaglio ci si meraviglia di viste magnifiche credute ormai perdute e gli occhi godono di tale spettacolo.
La pianura Padana alleggerita di circa il 30% dallo smog, cielo terso nelle zone più inquinate della Cina, l’Himalaya visibile a 200 chilometri di distanza per la prima volta in 30 anni grazie al calo delle polveri sottili.
In realtà, grattando la superficie e approfondendo il pensiero, rende tristi e amareggiati l’idea che ci si meravigli e che stupisca ammirare qualcosa che in realtà è naturale: paesaggi da sempre esistiti aldilà delle generazioni umane che cambiano col tempo.
Il volto del pianeta che riappare ripulito indirettamente per la diffusione di un virus killer su scala mondiale. E’ sufficiente lasciar respirare il mondo per un po’, e capire che meravigliarsi per una montagna che finalmente si svela per la sua bellezza, un cielo che si scrolla di dosso il suo manto grigio per un celeste genuino suo di nascita, un lago che riacquista i suoi colori basici e primari sono da difendere, sono motivi per cui vale la pena battersi per uno stile di vita colmo di sane visioni e giusti principi i quali non solo fanno respirare il mondo, ma di cui ne sarebbe artefice proprio l’uomo. Egli, artefice e vittima allo stesso tempo del destino del Pianeta: lo può salvare e preservare così come può lentamente rendergli l’esistenza agonizzante e sofferente. Ha il potere di contribuire in un senso o nell’altro, ma ha anche il torto di rammentare poco il suo essere ospite di passaggio nel mondo.
Cristina Tonelli.
Il COVID-19, tanto sofferto e tutt’ora temuto, ci ha portato per la gran parte dolore, morte e vulnerabilità per un lasso di tempo piuttosto lungo e deteriorante. Osiamo però scoprire che forse tale accadimento esiziale ci ha portato qualcosa di indirettamente positivo.
Durante la totale chiusura pandemica sociale e lavorativa, l’arresto forzato di traffico e aziende ha permesso al pianeta di prendere respiro, di far riscoprire aspetti fisici ormai perduti: colori sbiaditi e odori pungenti hanno ceduto il passo ad aria fresca e tinte splendenti e originali.
Ciò è sorprendente ai nostri occhi e ancor più lo è il fatto che la vista si meravigli della natura originale e primordiale, della normalità di paesaggi bonificati: tale evento di per sé è straordinario.
Ad un primo ragguaglio ci si meraviglia di viste magnifiche credute ormai perdute e gli occhi godono di tale spettacolo.
La pianura Padana alleggerita di circa il 30% dallo smog, cielo terso nelle zone più inquinate della Cina, l’Himalaya visibile a 200 chilometri di distanza per la prima volta in 30 anni grazie al calo delle polveri sottili.
In realtà, grattando la superficie e approfondendo il pensiero, rende tristi e amareggiati l’idea che ci si meravigli e che stupisca ammirare qualcosa che in realtà è naturale: paesaggi da sempre esistiti aldilà delle generazioni umane che cambiano col tempo.
Il volto del pianeta che riappare ripulito indirettamente per la diffusione di un virus killer su scala mondiale. E’ sufficiente lasciar respirare il mondo per un po’, e capire che meravigliarsi per una montagna che finalmente si svela per la sua bellezza, un cielo che si scrolla di dosso il suo manto grigio per un celeste genuino suo di nascita, un lago che riacquista i suoi colori basici e primari sono da difendere, sono motivi per cui vale la pena battersi per uno stile di vita colmo di sane visioni e giusti principi i quali non solo fanno respirare il mondo, ma di cui ne sarebbe artefice proprio l’uomo. Egli, artefice e vittima allo stesso tempo del destino del Pianeta: lo può salvare e preservare così come può lentamente rendergli l’esistenza agonizzante e sofferente. Ha il potere di contribuire in un senso o nell’altro, ma ha anche il torto di rammentare poco il suo essere ospite di passaggio nel mondo.
Cristina Tonelli.
Cristina Tonelli