Cantico di una natura assai poco lodata


La natura ci sta inviando segnali di richiamo, terremoti, nubifragi, incendi che nel corso degli anni hanno colpito la nostra amata penisola senza recar preavviso alcuno.
Ci soffermiamo ad accumulare oggetti e cose di uso superfluo pensando che l’imprevisto non colga mai le nostre amate vite, che all’apparenza sembrano già pronte a gestire un cambiamento, poi a conti fatti ci troviamo poveri di risorse essenziali alla sopravvivenza.
I terremoti si sa hanno forte potere distruttivo, sono imprevedibili e lasciano segni cicatriziali nei cuori di chi li vive sulla pelle, annullano in tempi rapidi sogni e desideri, lasciano un amaro in bocca che non sarà facile abbandonare.
Gli incendi d’altro canto trovano sovente la loro causa nell’uomo stesso che spesso non si prende cura del mozzicone di sigaretta che lascia senza accortezza in mezzo a prati e campi. Ardono così interi boschi e ciò che vive in essi senza riuscire a scappare dal potere divampante delle fiamme.
Altro potere distruttivo viene preso in carico dai nubifragi che inghiottono intere città senza lasciare scampo alcuno.
Si sta forse ribellando all’incuria dell’uomo la natura in ogni sua molteplice forma di vita? È forse un segnale che ci invia per invitarci ad amarla, rispettarla e proteggerla al tempo stesso?
In qualità di uomini e donne che da essa traiamo sostentamento, dovremmo fermarci a meditare su quanto sfruttiamo la nostra madre terra tanto decantata dal nostro santo patrono San Francesco che ne tesseva le lodi nel cantico delle creature.
“Sii laudato Mio Signore
per la nostra Madre Terra
ella è che ci sostenta
e ci governa.
Sii laudato Mio Signore
Vari frutti lei produce
Molti fiori coloriti
e verde l’erba.”
(“Il cantico delle creature”. A. Branduardi)
Cristina Tonelli con il contributo di Federica, Daniele, Cecilia, Alessandro.
Ph: Matthias Canapini
La natura ci sta inviando segnali di richiamo, terremoti, nubifragi, incendi che nel corso degli anni hanno colpito la nostra amata penisola senza recar preavviso alcuno.
Ci soffermiamo ad accumulare oggetti e cose di uso superfluo pensando che l’imprevisto non colga mai le nostre amate vite, che all’apparenza sembrano già pronte a gestire un cambiamento, poi a conti fatti ci troviamo poveri di risorse essenziali alla sopravvivenza.
I terremoti si sa hanno forte potere distruttivo, sono imprevedibili e lasciano segni cicatriziali nei cuori di chi li vive sulla pelle, annullano in tempi rapidi sogni e desideri, lasciano un amaro in bocca che non sarà facile abbandonare.
Gli incendi d’altro canto trovano sovente la loro causa nell’uomo stesso che spesso non si prende cura del mozzicone di sigaretta che lascia senza accortezza in mezzo a prati e campi. Ardono così interi boschi e ciò che vive in essi senza riuscire a scappare dal potere divampante delle fiamme.
Altro potere distruttivo viene preso in carico dai nubifragi che inghiottono intere città senza lasciare scampo alcuno.
Si sta forse ribellando all’incuria dell’uomo la natura in ogni sua molteplice forma di vita? È forse un segnale che ci invia per invitarci ad amarla, rispettarla e proteggerla al tempo stesso?
In qualità di uomini e donne che da essa traiamo sostentamento, dovremmo fermarci a meditare su quanto sfruttiamo la nostra madre terra tanto decantata dal nostro santo patrono San Francesco che ne tesseva le lodi nel cantico delle creature.
“Sii laudato Mio Signore
per la nostra Madre Terra
ella è che ci sostenta
e ci governa.
Sii laudato Mio Signore
Vari frutti lei produce
Molti fiori coloriti
e verde l’erba.”
(“Il cantico delle creature”. A. Branduardi)
Cristina Tonelli con il contributo di Federica, Daniele, Cecilia, Alessandro.
Cristina Tonelli