PROGETTO DIOCESANO:
Sostegno alimentare alle famiglie in condizione di grave disagio economico, che si rivolgono ai Centri di Ascolto delle Caritas Vicariali/Zonali presenti nel territorio della Diocesi.
In linea con la Campagna nazionale ” Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro” sul diritto al cibo 2013-2015, la Caritas diocesana ha deciso di recuperare, ridistribuire e se necessario acquistare prodotti alimentari e non solo per le famiglie in difficoltà incontrate presso i punti d’ascolto parrocchiali e centri di ascolto zonali/vicariali presenti in Diocesi da anni al servizio dei più deboli.
PROGETTO INTERNAZIONALE:
Aiuto alle Caritas di Guinea, Liberia e Sierra Leone pere contrastare l’emergenza Ebola
Di fronte alle migliaia di vittime dell’epidemia di ebola, la quale non è più solo un’emergenza sanitaria, ma anche un’emergenza umanitaria, la Caritas diocesana ha deciso di sostenere le Caritas locali di Guinea Conakry, Liberia e Sierra Leone, i tre paesi più poveri più colpiti dalla violenza del virus. Caritas intende sostenere in questi paesi la distribuzione di kit igienico-sanitari nelle famiglie e nei luoghi pubblici ad alta frequentazione e aiutare a garantire la sicurezza alimentare, attraverso l’assistenza alle famiglie che hanno perso i cari, con priorità per i minori orfani, le famiglie on portatori di handicap e con donne in gravidanza o minori di cinque anni e alle famiglie in quarantena, che non possono quindi spostarsi dalle case per provvedere ai bisogni essenziali.
Ebola è una drammatica realtà, un’emergenza sanitaria e ormai una crisi umanitaria regionale nel continente africano. l’epidemia, inizialmente sottovalutata, anche dalle agenzia specializzate, è stata dimenticata dai mezzi di comunicazione fin quando i rischi potenziali, con casi isolati, non sono giunti fino all’occidente. Ebola è un virus per cui non ci sono nè vaccini nè cure, ha un tasso di letalità attualmente attorno al 50% ma può giungere fino al 90%. I vettori di trasmissione primari sono generalmente pipistrelli, scimpanzé, roditori, mentre la trasmissione tra esseri umani avviene attraverso liquidi organici. Non basta il contatto fisico ma è necessario che i liquidi di persone infette abbiano una porta di accesso nell’organismo sano. Alcuni esempi di fattori di contagio sono: toccare sudore, saliva, sangue o escrementi di persone infette e poi toccarsi bocca, naso o occhi; baciare o avere rapporti sessuali con una persona infetta; essere punti da una siringa usata per curare un paziente con ebola; pulire il cadavere di una persona morta per ebola. Non si trasmette con le punture di zanzare. E’ necessario quindi un contatto abbastanza profondo con persone che hanno già i sintomi della malattia. E’ evidente che la categoria più esposta è il personale medico a contatto con i malati di ebola. Molto più difficile il contagio tra esseri umani in condizioni normali.
Nessun caso di ebola è stato registrato fino ad oggi in Italia e sono limitati i casi in paesi industrializzati. il rischio di diffusione in europa è molto basso in quanto le modalità di trasmissione dell’ebola sono tali per cui la propagazione è facilmente contrastabile. Basti pensare ai paesi limitrofi a quelli maggiormente colpiti, dove, ancorchè con sistemi sanitari meno avanzati di quelli europei e con flussi di persone dai paesi affetti molto più alti, si è riusciti a limitare la diffusione ad un numero molto limitato di casi. Quindi va scongiurata ogni forma di panico e di stigma sopratutto nei confronti dei migranti africani.
Il corso devastante di quest’epidemia è da attribuirsi non solo alle caratteristiche biologiche del virus, ma anche alla combinazione di più fattori: l’elevata mobilità della popolazione, la cultura locale, l’alta densità della popolazione nelle capitali, la bassa fiducia, la bassa fiducia nei confronti delle istituzioni dopo anni di conflitto, sistemi sanitari deboli e mal funzionanti, al vulnerabilità dei sistemi socio- economici e la povertà estrema diffusa, una stagione delle piogge che impedisce i normali spostamenti sulle strade sterrate delle aree rurali, le politiche locali e internazionali. Le azioni necessarie per fermare l’espandersi del virus riguardano principalmente la fornitura adeguata di trattamenti sanitari ai contagiati; garantire servizi essenziali come cibo e beni ad ammalati e persone in quarantena; fornire assistenza economica alle famiglie colpite che hanno perso i propri cari, impedire il collasso dell’economia locale; continuare le attività di sensibilizzazione delle comunità. Infine, è necessaria una risposta che abbia un approccio regionale, promuovendo interventi multisettoriali in collaborazione e coordinamento con le diverse realtà religiose e civili.
In chiusura di questa puntata del TgWeb troverete la presentazione dei progetti d’avvento: