Progetto Fondo CEI 8xmille “Uniti ai separati”

Inaugurazione Casa di accoglienza “Padre sempre” A.  Farneti/Direttore Caritas- (S. Cristoforo 17/03/2013)

Fra i tanti senzatetto che frequentano le mense dei poveri o che dormono per strada, in auto o nei centri di accoglienza, ci sono anche i padri separati, quelli costretti a pagare 2 case, gli alimenti per il mantenimento dei figli e che di conseguenza non arrivano alla fine del mese. Si calcola che ci siano circa 4milioni di papà separati in Italia; 800mila vivono sotto la soglia della povertà. Al 2011 risultano in provincia di Pesaro  3.056 divorziati maschi e 4.214 femmine. Si può stimare che a Fano risiedano circa 2mila persone divorziate (al censimento del 2001 risultavano circa 1.600, i dati Istat del 2010 riportano 1.405 divorziati/e). Per quanto riguarda i separati non esistono molti dati di riferimento. Si può presumere che a Fano il numero di separati sia circa 780- 800. A Fano sarebbero alcune decine quelli che hanno grosse difficoltà economiche (circa il 10%). I divorzi e separazioni poi purtroppo aumentano ogni anno e quindi si può stimare che il numero delle persone in difficoltà sia in aumento. E nella maggior parte dei casi, a farne le spese sono proprio i papà, sfavoriti dalla legislazione attuale. Un capofamiglia che guadagna in media circa 1.500 euro al mese, stretto tra le spese di mantenimento dei figli e quelle legali, si ritrova spesso a dover vivere con meno di 400 euro/mese, spesso anche senza sapere cucinare o lavare. Quando, dunque, non può contare sui genitori che lo riprendono in casa, finisce per fare la fila davanti alle Mense dei poveri per un pasto caldo o per cercare un luogo dove dormire, o per dovere portare al Cinema o ai supermercati i figli nei fine-settimana, non avendo un luogo confortevole per accoglierli e per giocare con loro. Il 25% degli ospiti delle mense dei poveri sono separati e divorziati. È un fenomeno che riguarda per lo più operai, impiegati ed insegnanti. Le separazioni e i divorzi, dati gli obblighi economici e le spese che determinano, possono quindi trasformare questi lavoratori in veri e propri clochard, poiché perdono spesso anche il lavoro. La Caritas ha denunciato da tempo questo  nuovo fenomeno, perché i Centri di ascolto e le proprie Opere- Segno l’avevano rivelata come una delle nuove emergenze che si aggiunge alla povertà, dettata dalla crisi. Anche se a volte sono i padri separati a essere stati “irresponsabili” e a non aver saputo “organizzarsi la vita”, le situazioni di disagio economico e sociale restano comunque una realtà.  La Chiesa locale, volendo dare un segnale di attenzione e vicinanza ai padri separati, dato che in Diocesi esistono già strutture per le mamme, ha incaricato la Caritas, assieme alla Pastorale Famigliare e alla Parrocchia di S. Cristoforo, di  progettare una struttura e servizi che venissero incontro a queste persone facendole sentire parte integrante della chiesa. La Casa di accoglienza “Padre sempre” è una piccola opera segno, che non vuole essere risolutiva del problema ma di stimolo all’ente pubblico a farsi carico di questa nuova povertà. Si tratta di un centro polifunzionale ubicato vicino alla parrocchia di S. Cristoforo, che sarà l’ente gestore, un luogo ottimale in quanto dotato anche di un oratorio vicino in cui i padri potrebbero ricevere i figli e giocare con loro, e vicino al Consultorio “La Famiglia” e al Centro di Aiuto alla Vita. Questa Opera pilota avrà un respiro diocesano ed è stata oggetto di un progetto Caritas “Uniti ai separati” coinvolgendo altri partner come l’ Ambito Territoriale VI Fano, Comune di Fano, Cooperativa I Talenti, Casa sogno di Giacobbe, Pastorale familiare. Si tratta di un appartamento in cui possono essere ospitati fino a 4 padri separati avendo in comune la cucina e sala TV, con una cameretta ciascuno separata e distinta, in cui ospitare temporaneamente anche i figli. Sono previsti anche incontri con psicologi, assistenti sociali, mediatori familiari e operatori pastorali e Caritas. Il progetto verrà a costare sui 200mila euro, e in parte sarà finanziato con Fondi CEI 8 x1000  e in parte con fondi della Caritas e della parrocchia. Un nucleo di valutazione presso il Centro di ascolto Caritas esaminerà i vari casi con criteri di ammissione, con tanto di punteggi in base all’Isee, al numero dei figli, età dei figli e situazioni occupazionale. La durata del soggiorno sarà di 6 mesi, prorogabili per particolari progetti. E’ previsto il pagamento forfettario di 100 euro mensili per le utenze. La Casa sarà gestita da volontari, sarà inaugurata dal Vescovo Domenica 17/03 alle ore 11 e aperta agli ospiti selezionati dal Nucleo di valutazione Caritas dopo Pasqua.