L’esigenza di dare attuazione al progetto è emersa dal lavoro condotto dai volontari del centro di ascolto che negli ultimi anni hanno visto crescere in modo esponenziale il numero di soggetti che si rivolgono agli sportelli perché sprovvisti o privati di abitazione. La mancata risposta al disagio abitativo dei soggetti crea precarietà anche familiari e difficoltà a costruire solide relazioni sociali.
COSA – In collaborazione con la Caritas Diocesana di Fano e con la parrocchia di Rosciano, la cooperativa ’Casa Accessibile’ ha completato con i fondi CEI 8Xmille la ristrutturazione della ex-canonica di Rosciano creando 6 unità immobiliari ove sono già ospitate altrettante famiglie (5 bilocali per famiglie ed 1 monolocale). Gestisce altresì un appartamento dell’IDSC[1] (ex Consultorio).
PERCHE’ – La cooperativa sociale ‘Casa accessibile’ è una ONLUS che nasce per la sperimentazione di ‘buone prassi’ che superino il concetto di emergenza per avviare un processo di accompagnamento delle persone verso un percorso di ‘autonomia’. La Cooperativa intende anche reperire in uso, sotto svariate forme, appartamenti vuoti, sfitti o dimessi, e metterli a disposizione, con canoni accessibili, a favore di nuclei familiari o singoli che si trovano in una grave situazione di difficoltà abitativa, e che non sono in grado di reperire una casa nel mercato ufficiale e tradizionale degli alloggi.
La ‘Casa Sogno di Giacobbe’ è un‘opera segno per la città, punto di partenza per avviare percorsi di integrazione e di sensibilizzazione con l’intero territorio.
CHI – Per famiglie italiane e straniere con un reddito medio-basso. Finora sono state inserite 7 famiglie per un totale di 19 persone (per le4 quali la Caritas Diocesana è intervenuta nel sostegno di alcuni affitti arretrati). Nella casa dell’IDSC è inserita una famiglia immigrati composta da 7 persone.
COME – A giugno del 2004 è stato presentato a Caritas Italiana ed approvato un progetto, che si avvale del Fondo CEI 8 per mille. Negli anni si è proceduto a reperire ulteriori finanziamenti da privati, fondazioni e banche.
MODALITÀ DI GESTIONE – Un opportuno ‘nucleo di valutazione’, si impegna a valutare le caratteristiche di ammissibilità all’alloggio e provvede a stabilire un ‘contratto formativo’ che accompagna la famiglia e le persone inserite per il tempo stabilito di circa due/quattro anni, in attesa di trovare soluzioni adeguate nel normale mercato abitativo.
QUANDO – 24 mesi, prorogabili al massimo per altri 24 se non reperito alloggio sostitutivo.
Il progetto è sostenuto dai 3 ambiti territoriali (L.328/2000), che ricoprono l’intera Diocesi e che hanno più volte sottolineato la necessità di dare attuazione all’iniziativa e che hanno fattivamente collaborato nella prima fase di sensibilizzazione.