Appello per la Pace in Terrasanta

Appello per la Pace in Terrasanta

Del patriarca Latino di Gerusalemme

Appello
di S.B. Mons. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme
alla comunità internazionale, alle Chiese e a tutte le persone di buona volontà

Insieme a tutti i capi delle Chiese, siamo profondamente scoraggiati e preoccupati per i recenti episodi di violenza avvenuti a Gerusalemme Est, alla Moschea Al Aqsa e al quartiere Sheikh Jarrah; episodi che violano la santità del popolo di Gerusalemme e di Gerusalemme come Città della Pace, e richiedono un intervento urgente.
La violenza contro i fedeli mina la loro sicurezza e i loro diritti ad avere libero accesso ai Luoghi Santi e pregare liberamente. Lo sgombero forzato dei palestinesi dalle loro case a Sheikh Jarrah è anche una violazione inaccettabile dei diritti umani più fondamentali, il diritto alla casa. È una questione di giustizia per gli abitanti della città vivere, pregare e lavorare, ognuno secondo la propria dignità; una dignità conferita all’umanità da Dio stesso.
In merito alla situazione a Sheik Jarrah, facciamo eco alle parole dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani che ha detto che lo stato di diritto è “applicato in modo intrinsecamente discriminatorio”. Questo è diventato un punto di forza principale tra le crescenti tensioni a Gerusalemme. La questione oggi non è un problema di controversia immobiliare tra parti private. È piuttosto un tentativo guidato da un’ideologia estremista che nega il diritto di esistenza di una persona nella propria casa.
Particolarmente preoccupante è anche il diritto di accesso ai Luoghi Santi. Ai fedeli palestinesi è stato negato l’accesso alla Moschea Al Aqsa durante il mese di Ramadan. Queste dimostrazioni di forza feriscono lo spirito e l’anima della Città Santa, la cui vocazione è quella di essere aperti e accoglienti; essere una casa per tutti i credenti, con uguali diritti, dignità e doveri.
La posizione storica delle Chiese a Gerusalemme è chiara riguardo la nostra denuncia di qualsiasi tentativo che rende Gerusalemme una città esclusiva per qualcuno. Questa è una città sacra alle tre religioni monoteiste e, sulla base del diritto internazionale e relative risoluzioni dell’ONU, anche una città dove i palestinesi, cristiani e musulmani, hanno lo stesso diritto di costruire un futuro basato sulla libertà, l’uguaglianza e la pace. Chiediamo anche il massimo rispetto per lo Status Quo storico di tutti i Luoghi Santi, compreso il complesso della Moschea Al-Aqsa.
L’autorità che controlla la città dovrebbe proteggere il carattere speciale di Gerusalemme, chiamata ad essere il cuore delle fedi abramitiche, un luogo di preghiera e di incontro, aperto a tutti dove tutti i credenti e i cittadini, di ogni fede e appartenenza, possono sentirsi a casa, protetti e sicuri.
La nostra Chiesa è stata chiara che la pace richiede giustizia. Nella misura in cui i diritti di tutti, israeliani e palestinesi, non sono accolti e rispettati, non ci sarà giustizia e quindi non ci sarà pace in città. È nostro dovere non ignorare le ingiustizie e le aggressioni contro la dignità umana, indipendentemente da chi le commette.
Facciamo appello alla Comunità Internazionale, alle Chiese e a tutte le persone di buona volontà di intervenire per mettere fine a queste azioni provocatorie, e continuare a pregare per la pace di Gerusalemme. Ci uniamo nella preghiera con l’intenzione del Santo Padre, Papa Francesco che “l’identità multi religiosa e multi culturale della Città Santa venga rispettata e che la fraternità possa prevalere.”

12 maggio 2021