“Tu, Signore, sei nostro padre,da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci
indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i
monti”. (Isaia, 63,16-17)

Il tempo di Avvento si apre con l’invocazione del profeta: “se tu
squarciassi i cieli e scendessi!” E’ l’invocazione che nasce dalla
consapevolezza che senza la presenza del Signore nella nostra vita, il
cuore si indurisce, noi cominciamo a girare a vuoto, vagare senza una
meta precisa, senza più rispetto per il dono sacro della vita.
Ma è anche una invocazione già esaudita. L’attesa che questo tempo ci
chiede di vivere non è solo quella della fine dei tempi, ma quella
quotidiana della visita di Gesù, oggi, nei modi che Lui sceglie.