Skip links

Vita morte e miracoli!

Nella natura dell’uomo è assai raro incappare in un evento al medesimo tempo tanto tragico quanto meraviglioso: la donazione di organi suppongo sia uno di questi.

È un avvenimento composto da due fasi diacronicamente ravvicinate eppure completamente diverse tra loro.

C’è un primo momento di disperazione dato dalla presa di coscienza di aver perduto chi si ama, seguito da una decisione tanto repentina quanto difficile ma totalmente disinteressata e generosa, in nome di chi non ce l’ha fatta, affinché non tutto sia lambito da solo dolore.

Si tratta di un atto di magnanimità, probabilmente il più estremo, l’ultimo e quello che determina il destino di altre persone. Occorre far prevalere una certa razionalità in un momento di dolore assoluto, di cosciente disperazione.

Morte e vita si incontrano in attimi unici e irripetibili, in cui l’essere esistente sovrasta il lutto e torna ad infondere speranza a chi per mesi ha atteso la svolta, la salvezza.

Non è una pratica così antica ma ultimamente sempre più considerata, e oggi prevede anche la possibilità di dichiarare il proprio consenso in modo ufficiale e legale.

Questo sia perché coscienti della sua immane importanza, sia per combattere traffici di organi mercenari ed illegali che si sviluppano sottobanco soprattutto in Paesi poveri, dove è alquanto facile coinvolgere persone indigenti e disperate. 

Non esistono solo donazioni estreme di organi previste quando il corpo cessa di vivere.

Esiste anche la possibilità di essere donatori viventi, donatori tra consanguinei o effettuare anche donazioni periodiche e programmate, come ad esempio quella del sangue e derivati.

Sapere che c’è una prassi del genere, organizzata, legalizzata e ampiamente consigliata a livello istituzionale, può essere considerato un parametro di civiltà di un popolo, con cui si incrementa un senso di generosa compartecipazione essenziale.

Donare gli organi, nel caso di sangue, midollo o da vivente a vivente, è un evento unico e atipico poiché si tratta di dare qualcosa di concreto e tangibile ricevendo in cambio non materialità, ma un’elevazione del proprio spirito sentendosi magnanimi nel proprio animo.

È una pratica filantropica, intrisa di generosità, coraggio, condivisione e voglia di mettersi in gioco. 

Si teme ma al contempo si spera che semmai un dì servisse a noi o a coloro che amiamo, a fianco ci sia una presenza, fosse anche anonima, pronta a salvarci solo per il piacere di concretizzarlo.

Home
Account
Cart
Search
Explore
Drag